Confetture a km 0
La mia estate è molto culinaria, e i fichi vi entrano in gioco per una buona parte. Mi piace, appena sveglia, andare a raccogliere i fichi nell’aria fresca del mattino che porta i buoni profumi del campo. La marmellata di fichi e limoni è un mio classico che gli amici conoscono bene. Un lavoraccio, per altro, perché io i fichi li sbuccio e, durante la prima sobbollitura, con un colino levo i semi affioranti. Quest’anno, fino ad ora, ho preparato 20 barattoli.
Questa marmellata ad Ibiza ha una tempistica ben precisa, è fattibile se la maturazione dei fichi dalla buccia verde avviene quando i limoni biologici locali sono ancora disponibili. A partire da metà agosto i limoni locali non trattati non si trovano più. Mi piace seguire queste stagionalità, il tempo della natura e non dei supermercati, d’altronde se non si aggiungono delle bucce di limone (rigorosamente solo la parte gialla) la marmellata diventa un po’ stucchevole. Quindi, dopo la metà di agosto, preparo la marmellata di fichi diversamente, con la buccia, usando i fichi neri che qui hanno buccia sottilissima e carne soda di un rosso acceso e la profumo con la cannella, Mi serve per fare i biscotti farciti o le crostate. Ne parlo nel mio libro di cucina Doppiamente buono (Morellini/Yoga Journal).
Oggi invece, con gli ultimi fichi verdi, sto preparando un chutney. Sto seguendo la ricetta di David Leboviz che ho trovato on line. Credo che mi servirà d’inverno per sostituire i fichi freschi nelle “tostade” di formaggio di capra e fichi che per me in estate sono il perfetto accompagnamento di un buon caffè nero. La difficoltà, a Milano, sarà trovare il vero pane toscano per sostuire il pane Ibizenco tradizionale che gli assomiglia. Il migliore pane qui è fatto con la farina del grano locale “trigo xeixa” e si presta per copiare le toscane panzanelle.
Naturalmente mangio i fichi anche freschi e ho scoperto che il porta uova è perfetto per portarne alcuni in spiaggia.